Corina
Bucher
Cristoforo
Colombo in Groenlandia
(traduzione di
Valeria Milito)
Cristoforo
Colombo scrisse di essere arrivato, nel febbraio 1477, in un’isola cento
miglia oltre Tile (Islanda). Di questo viaggio, che stando alle distanze che
lui annota potrebbe averlo portato in Groenlandia, si è parlato molto nel
Novecento. Chi si è espresso contro la credibilità delle sue rivendicazioni
ha addotto motivazioni come quella secondo cui ghiaccio e neve non gli
avrebbero certo permesso un tale viaggio a Nord, in inverno. Inoltre i dati
forniti circa la dimensione delle maree (ventisei braccia), sembrano
esagerati. Prendendo però in considerazione le nuove ricerche climatiche
relative alla fine del Medioevo, le affermazioni di Colombo vanno oggi
riconsiderate. Esse sembrano essere coerenti non solo con le condizioni
climatiche del tempo (incluse maree molto alte o basse), ma anche con le fonti
storiche che documentano una forte competizione tra i vari Stati europei al
fine di acquisire la Groenlandia da utilizzare come base per ulteriori
avanzamenti in Terranova e Canada.
Proviamo
allora a ricomporre il puzzle, con: