Michael
Habicht
Le
monete della Papessa
Introduzione
Vorrei
presentare l'articolo in un modo un po' insolito. Invece di descrivere il
metodo che ha prodotto il risultato finale, presenterò prima i metodi
generalmente accettati in ambito storiografico e archeologico e poi li applicherò al
materiale che molti lettori non avranno ancora preso in considerazione.
Monete
e fonti storiche
Le monete, di solito, testimoniano la reale esistenza della persona che ha il
diritto di emetterle. Nel Medioevo questa regalia era severa e solo
poche persone esercitavano questo diritto (l'imperatore, il re, il papa, alcuni nobili e
chierici).
Le monete sono spesso l'unica prova per dimostrare l'esistenza di queste
persone, specialmente se è messa in dubbio, quando gli altri tipi di
documenti mancano.
L'esistenza di diversi imperatori militari del III secolo è spesso attestata
solo grazie a monete. E non è stata messa in discussione dagli
esperti.
L'esistenza storica di una persona può inoltre essere corroborata da documenti del
passato e dal fatto che anche altri scienziati supportino l'ipotesi. La
combinazione di monete e documenti storici è molto convincente.
Al di là di queste prove, svilupperò nell'articolo una teoria che prende in
considerazione la situazione sociale dell'epoca allo studio e la psicologia. Una teoria
proposta deve essere realistica in riferimento alla situazione sociale di quel
determinato periodo. La
teoria può anche essere testata, se esistono determinati criteri predefiniti.
Anche gli aspetti psicologici presi in considerazone debbono essere realistici.
Le monete dei Papi nell'IX secolo
Durante il tempo di Papa Leone III, il papato divenne dipendente dall'impero
carolingio. Leone III non solo incoronò Carlo Magno nel giorno di Natale
dell'anno 800 dC, ma adottò anche il denaro franco (Denaro) come moneta dello
Stato pontificio (Berman 1993).
Questo
Stato, da quel momento in poi, coniò monete d'argento con questa combinazione:
un lato della moneta per il papa, l'altro per l'imperatore. Possiamo quindi contare su un'interessante combinazione di papa e imperatore,
contemporaneamente al potere.
Come firma, in quel periodo venivano utilizzati monogrammi.
il monogramma più famoso è quello di Carlo Magno. Anche i papi, per firmare documenti
ufficiali, adattarono il
monogramma. E i monogrammi di papi e
imperatori venivano utilizzati anche sulle monete.
Monogrammi papali
I monogrammi papali trovati sulle monete sono una parte essenziale della
teoria qui presentata. Sappiamo dalle monete combinate, per esempio, che Leone III
firmava come
LEO P, in combinazione con l'Imperatore Carlo Magno.
Molto simile, distinta solo da una lettera e da uno stile diverso, abbiamo
un'altra combinazione: Leo IV che firma come LEO PA in combinazione con il
nome e il monogramma dell'Imperatore Lotario I.
Più interessanti sono le monete di Papa Benedetto III. Sono conosciute in
numismatica per essere combinate con due successivi imperatori, Lotario I
e Ludovico II. Pertanto, si deve presumere che Benedetto III sia stato il
successore di Papa Leone IV.
La combinazione di Benedetto III e dell'imperatore Lotario I è la più
notevole. Secondo la cronologia ufficiale, Lotario abdicò all'inizio
dell'estate 855, ritirandosi nel monastero di Prün. Lì morì il 29 settembre
855. Quindi, un tale tipo di moneta combinata non dovrebbe esistere affatto.
Nonostante questo, in ambito numismatico, monete riportanti una tale combinazione sono
considerate
autentiche (Corpus Numorum Italicorum, Vol. XV - Roma, Parte I 1934, Berman 1993)
Secondo la cronologia papale ufficiale, Benedetto III è stato eletto papa con
acclamazione popolare lo stesso giorno in cui morì Lotario e salì al potere
Ludovico, cosa piuttosto difficile da credere. Inoltre ci viene tramandato che
Anastasio bibliotecario tentò un "colpo di stato" contro Benedetto III con
il sostegno politico dell'imperatore Lotario I. È quindi piuttosto
improbabile che quell'imperatore non fosse più al potere già dall'autunno 855.
Le monete di Benedetto III e di Ludovico II attestano che Benedetto III fu Papa
nell'anno 855 almeno fino al tardo autunno, quando firmò i privilegi,
concessi al monastero di Corbie, datati 7 ottobre 855. Ciò è strano. Un papa
appena eletto, nemmeno ancora formalmente incoronato, che firma un documento
che concede così ampi privilegi (che, in quanto tali, dovrebbero essere stati negoziati con mesi di anticipo.
Per giunta, ancora una volta, in quel documento l'imperatore Lotario I viene menzionato).
Tutte queste informazioni sottolineano con forza la possibilità che Benedetto
III sia stato Papa già nell'854 o addirittura dalla fine dell'853 d.C. Questa
ipotesi è supportata dal fatto che l'esistenza del suo predecessore Leone IV nel
Liber Pontificalis è attestata soltanto fino al 853. La morte di Leone
IV è stata ivi registrata il 16 luglio ma senza un anno. Soltanto nel XVII
secolo, quando i gesuiti produssero una nuova edizione stampata del Liber
Pontificalis, relativamente a Leone IV fu aggiunto, a quel "16
luglio", l'anno 855.
Ma non basta. E' giunta a noi una moneta riportante la strana combinazione tra un
"Papa Johannes" e
l'Imperatore Ludovico II. Lo stile di quella moneta (ogni i dettaglio delle
lettere,
il design generale) parla chiaramente a favore della sua collocazione negli
anni '50. Inoltre, la complessa legatura del nome Johannes è distintamente
diversa dal monogramma conosciuto relativo al futuro Papa Giovanni VIII (872-882).
Il
successivo Giovanni VIII, infatti, usò non solo un monogramma diverso, ma le monete
stesse attribuite a lui con certezza sono molto differenti nello stile (e sono
certamente sue a causa della combinazione con l'imperatore Carlo II il Calvo).
Ciononostante, le monete del "precedente Johannes" furono attribuite
dai numismatici al futuro Papa Giovanni VIII, e senza certo buoni argomenti,
bensì per pura necessità. Secondo la cronologia papale ufficiale non c'è
alcun Papa Johannes a metà degli anni '50. Per lo meno, nessuno che risulti accettabile
dalla Chiesa.
È abbastanza ovvio che qualcosa non vada nella datazione dei pontificati e che
risulti chiaramente un Papa Johannes attestato da quella moneta.
È possibile sostenere l'esistenza di un Papa proposto in questo periodo da
fonti storiche di altra natura (cronache, lettere)?
La risposta è: sì, è possibile.
Un
Papa Johannes a metà degli anni '50
L'identificazione
di un "papa Johannes" negli anni '50 è ulteriormente corroborata da fonti
storiche: la cronaca di Conrad Botho "Chronicon Brunsvicensium picturatum
diaclecto saxonica conscriptum" (Botho 1489) riferisce per l'anno 856 che
un Papa Johannes aveva incoronato il nuovo imperatore Ludovico II, il quale aveva
ereditato la corona da suo padre Lotario I nell'estate 855.
Una lettera del famoso Anastasio Bibliotecario, ufficialmente pubblicata e
accettata come autentica, è il Codex Vat. Reg. 1046 (Perels e Laehr 1928). Il
titolo utilizzato da Anastasio nella lettera è: DOMINO COANGELICO IOHANNI
SUMMO PONTIFICI ET UNIVERSALI PAPAE ANASTASIUS EXIGUUS.
Anastasio si riferisce quindi a un Papa Johannes che è Pontifex Maximus.
Anastasio usò
questo titolo fino all'858 d.C. Successivamente fu "promosso" e, dall'858
all'868, divenne abate prendendo a firmarsi: Anastasio Exigius Abbas Monasteri Sanctae Dei
Genetricis Maria Virginies siti Trans Tiberim.
Dopo l'868, Anastasio è finalmente il bibliotecario del Papa. Da lì in
avanti, quindi, si firma: Anastasio Sanctae Romanae Ecclesiae Bibliothecarius.
Quindi è molto probabile che la lettera a papa Johannes debba essere stata
scritta tra l' 855 e la fine dell'858.
Il contenuto della lettera supporta
questa datazione, in quanto si riferisce al Concilio di Francoforte, tenutosi
nel 794 d.C. Negli anni '50 questo Concilio era importante per l'impero
franco e per il papato. La lettera venne erroneamente archiviata sotto il futuro
papa Giovanni VIII (872-882), ma con la successiva disintegrazione dell'impero franco
il contenuto di quella lettera avrebbe decisamente perso importanza.
Il Magdeburger Zenturien, una cronaca rinascimentale, riporta anche che
Æthelwulf
of Wessex aveva visitato il Papa Johannes Anglicus a Roma prima di partire per
far visita a Carlo II il Calvo, re della Francia occidentale (Flacius et al., 1559).
Secondo Joan Morris, la visita ebbe luogo prima dell'estate 856.
Successivamente, le donazioni di Aethelwulf a Johannes Anglicus furono
ridistribuite ad altri papi. Ma le falsificazioni non erano coordinate, di
conseguenza alcune cronache le attribuivano a Leone IV, altri a Benedetto III.
Elisabeth Gössmann considerava questa contraddizione un'ulteriore prova di
una manipolazione atta a far scomparire "papa Johannes" (Gössmann 1994, 252).
Johannes
Anglicus?
Il nome Johannes Anglicus probabilmente risulta familiare a molti
lettori. Il papa è il pontefice più famoso del medioevo, forse di
tutti i tempi. Ciò che rende famoso questo Papa è il sesso sbagliato
del Vicario di Cristo. Cronisti dell'alto Medioevo hanno riferito che
questo papa era in realtà una donna e che, quindi, venne rimosso dalle liste papali
ufficiali.
Potrebbe essere questo il momento migliore per presentare in maniera
scientifica questo caso a un pubblico colto. In questo momento in cui molti realizzano l'enorme impatto del risultato raggiunto
finora. Soprattutto la parte femminile del pubblico che celebra ora la "Papessa Giovanna",
icona del femminismo e dell'uguaglianza di
genere, come realtà storica. La maggior parte dei media che coprono la
storia in quest'autunno del 2018, non sanno portare alcuna prova
scientifica contro l'identificazione di Johannes con la Papessa
Giovanna (Whelan 2018, Yazbek e
Lincolins 2018, Solly 2018, Podbregar 2018, Fischer 2018, Bussolati
2018).
Martino Polono
Conosciuto anche come Martin von Troppau, era un domenicano e vescovo. La
sua cronaca Chronicon Pontificum et Imperatorum fu la più famosa
e citata, durante il Medioevo (Von Troppau 2014). Martino ha
attestato l'esistenza storica di Johannes Anglicus:
Post hunc Leonem Johannes Anglicus natione Maguntinus sedit annis II,
mensibus V, diebus IIII o, et mortuus est Roma, et cessavit papatus
mense I. Hic, ut asseritur, femina fuit, ... Nec ponitur in catalogo
sanctorum pontificum propter muliebris sexum quantum ad hoc deformitatem.
(Dopo Leo (IV), Johannes Anglicus, nato a Mainz,
sedette (sul soglio pontificio) per 2 anni 5 mesi e 4 giorni, morì a Roma e il
seggio fu vacante per un mese, si dice che fosse una donna ... Non è
stata aggiunta alla lista dei Papi a causa di questa sua difformità,
essendo di sesso femminile).
Dalla realtà alla leggenda
Il resoconto di Martino scatenò un enorme dibattito tra cronisti, intellettuali ed
ecclesiastici durato fino ad oggi (Kerner ed Hebers
2010, Boccaccio 1374, Gössmann 1994, Stanford 2009, Habicht 2018). Nel
tardo Medioevo e nel primo Rinascimento, l'esistenza della Papessa
Giovanna era
generalmente accettata, a volte con qualche riserva.
Anche i protestanti credevano fermamente nell'esistenza di una papessa
Giovanna, ma con intenzioni negative. Era considerata come
"prova" della natura moralmente corrotta del papato.
Solo a
quel punto la Papessa come realtà storica divenne, per la Chiesa Cattolica, una presenza insopportabile.
In piena Controriforma, si decise quindi di
dichiarare "Leggenda" la storia della papessa e di rimuoverne le prove.
Lo
studio
del 2014
di Pietro Ratto
mostra in modo esemplare come questa
manipolazione di manoscritti sia stata fatta con la cronaca di
Bartolomeo Platina (Ratto 2014).
Friedrich Spanheim poté esaminare effettivamente una lettera
indirizzata ad Anastasio, recante l'ordine di sopprimere il pontificato
della papessa Giovanna e di rimuoverla
dai registri (Stanford 2009, 34; Spanheim 1725; Spanheim 1736). Oggi
questa lettera è scomparsa (o è stata dispersa dalla Chiesa). Spanheim
e altri teologi del XVII secolo si lamentarono e protestarono con forza contro la rimozione di
Johannes Anglicus dal Liber Pontificalis, nel 1602 (Morris 1985, 61-62).
Le manipolazioni del Liber Pontificalis
Invece di leggere l'edizione stampata del Liber Pontificalis, il teologo
Joan Morris studiò i manoscritti originali (Morris 1985).
La versione pubblicata del Liber è infatti la Copia di
Salerno, ora in Vaticano. Ciò è notevole, in quanto quella non è la
versione più antica.
Ad oggi, essendo andate perdute le edizioni precedenti, la versione più
antica esistente è la Copia di Parigi (Parigi,
Bibliothèque National de France, Manuscrit Latin 5140), risalente all'XI secolo.
È abbastanza
ovvio il motivo per cui alcuni studiosi evitino la versione di
Parigi del Liber Pontificalis. Essa descrive le vite e gli atti dei Papi in
ordine cronologico. E in essa la vita di Papa Leone IV si ferma all'anno 853, interrompendosi nel mezzo di una parola. Il resto della pagina, ben
conservata, è vuoto.
Sul lato successivo, segue la vita di un "Papa senza nome".
Quella di Benedetto III manca completamente.
Un lettore medievale
stabilì che quel "Papa senza nome" dovesse essere Benedetto III e vi
scrisse quindi, con inchiostro rosso, "Benedictus".
Ma nel testo si racconta che il "Papa senza nome" celebrò i funerali di
Benedetto. Un lettore successivo riconobbe quindi l'errore, e corresse il titolo
scrivendovi "Nicolaus", supponendo che si
dovesse trattare di papa Nicola I (858-867). Ma un attento
esame del
manoscritto rivela che una "l" nel mezzo di Nico-l-aus è
stato scritto da un'altra mano, e in nero. Morris ipotizzò, con fondate
ragioni, che il titolo fosse stato appunto corretto e che quella "l"
fosse effettivamente quel che restava del nome Johannes Ang-l-icus... La vita
riportata da quella pagina a proposito di questo
"papa senza nome", per giunta, ricorda parecchio la storia della
Papessa Giovanna raccontata in seguito da Martino Polono, fino ai dettagli della sua
vita e della sua personalità.
Il
carattere di una manipolazione intenzionale diventa ancora più evidente se si consulta la copia successiva del
Liber Pontificalis in
Vaticano, quella appunto proveniente da Salerno (Vaticano Lat 3464). La vita
di Leone IV
appare anche qui normale
fino all'853, poi vi è inserita una storia che sembra avere la
funzione di riempire lo spazio vuoto, avendo poco a che fare con la vita di un papa.
Il giorno della morte di
Leone IV è annotato (17 luglio) ma manca l'anno (risulta aggiunto più
tardi, nel XVII secolo, quando appunto la Papessa Giovanna venne rimossa
dall'855.
Segue poi una brevissima biografia di Benedetto III, scritta in modo molto
generico e sommario, dando l'impressione di esser stata inventata (alcuni esperti,
in passato, hanno persino ipotizzato che
Benedetto III non sia mai esistito e che sia stato inventato solo per
nascondere la Papessa). Le monete attestano la reale esistenza di
Benedetto III, così come attestano quella di Johannes. Ma un pontificato della durata di
diversi anni (ufficialmente verificatosi tra l'855 e l'858) appare irrealistico.
La Vaticano Lat. 3464 ricicla persino la vita del "Papa sconosciuto"
inserendola nella parte "iniziale" della vita di Nicola I. Il personaggio del
"Papa senza nome" si adatta alla Papessa Giovanna in ogni
aspetto, ed è fortemente in disaccordo con il molto diverso Nicola I (e
ciò, secondo
l'opinione di Joan Morris, con la quale concordo). Inoltre, se la vita descritta
a proposito del
"Papa senza nome" fosse davvero quella di Nicola I, il Papa e
l'imperatore Ludovico II avrebbero una relazione con un personaggio
omosessuale (Habicht e Spycher 2018).
Ma
naturalmente ha molto più senso attribuire
la vita a Giovanna.
Varie prove indicano chiaramente un pontificato rimosso a metà degli
anni '50. Le riassumiamo:
- Monete di un Papa "Johannes", come testimonianze coeve del suo
pontificato.
- Cronaca dell'871 (Parigi Lat. 5516) con accenni a contenuti
rimossi.
- Una lettera, ormai perduta, indirizzata ad Anastasio Bibliotecario per rimuovere
la figura di Johannes Anglicus, il Papa femmina, datata intorno all'870.
- Un Liber Pontificalis (Parigi Lat. 5140) manipolato dall'XI secolo.
- L'ultimo racconto di Martino Polono, risalente al 1277, a conferma
dell'esistenza del papa femmina.
- Cronache di cronisti che testimoniano di un papa Johannes che incoronò
Ludovico II nell'856.
- Prove storiche che attestano che un Johannes Anglicus ricevette Æthelwulf of Wessex nell'856.
Alcune delle prove testimoniano addirittura la teoria della Pornocrazia
presentata dalla "storia" ecclesiastica ufficiale.
Morris
sospettava che Martino Polono potesse aver visto il manoscritto di
Parigi in una condizione già manipolata, ma che conoscesse anche la storia
della donna eletta in quel periodo. Martino potrebbe non aver collocato la
Papessa nell'esatta successione. Se si consulta
la sua opera alla luce degli elementi presentati sopra, la collocazione della
Papessa Giovanna dopo Leone IV è comprensibile, poiché il "Papa
senza nome" segue direttamente Leone IV. Martino scrive chiaramente: "dopo Leo" e descrive la vita di Giovanna.
L'informazione successiva è strana:
in riferimento all'anno 851 torna a Leone IV. Benedetto III
non è registrato con atti degni di cronaca in questo documento.
Più
tardi, la maggior parte dei cronisti asserì che Giovanna
(alias Johannes Anglicus) fosse succeduta direttamente a Leone IV. Questo
potrebbe essere un piccolo errore fatale, poiché questa collocazione
causa problemi a spiegare le testimonianze storiche di Giovanna e a
rintracciare il divario
cronologico di due anni e mezzo. I sostenitori della teoria della
leggenda hanno usato questo problema per affermare che la Papessa
Giovanna fosse una finzione.
La
teoria delle leggende smentita
La negazione della papessa Giovanna come vera figura storica divenne
teoria standard per la Storia della chiesa durante il XIX secolo. Pur contro tutti i buoni argomenti, la teoria della leggenda è
costantemente ribadita. Solo pochi esperti hanno contestato questa
decisione politica.
Gli argomenti dei difensori della teoria della leggenda sono
acriticamente assimilati e facili da smascherare come pura spazzatura.
Le
loro principali argomentazioni sono:
- Le prime notizie sulla Papessa Giovanna risalgono a 400 anni dopo il suo leggendario
pontificato, a partire dal XII secolo. Non ti dicono che il
monopolio sui libri della chiesa si è interrotto proprio intorno al 1200 d.C. Prima di
allora, il clero controllava di fatto i registri ufficiali. Ma le monete
(contemporanee al suo pontificato), le lettere e le copie del Liber
Pontificalis manipolato, sono tutte anteriori al XII secolo. I primi
documenti storici riportanti segni di manipolazione (una cronaca a Parigi lat.
5516) sono datati dal primo proprietario non più tardi dell'871
d.C. (Morris 1985, 58-59).
- Un'altra storia prodotta è la leggenda metropolitana secondo cui una
prostituta papale di nome Johanna, durante il cosiddetto periodo della Pornocrazia (X secolo)
fosse alla base della leggenda. Non ci sono fatti concreti a sostegno di
questa storia inventata e la prima prova menzionata risale a prima della
suddetta Pornocrazia. Il fatto poi che esistano opposte varianti della Teoria
della leggenda dimostra la loro stessa natura di invenzioni.
- La sciocchezza delle suddette argomentazioni si è protratta fino ad oggi.
Basta leggere le voci Papessa Giovanna inserite su Wikipedia,
dalle cui pagine alcuni conservatori
cercano di imporre questa posizione ufficiale, presumibilmente
sostenuta da tutti gli "scienziati rispettabili" e da tutte le
"riviste rispettabili". Mettere in discussione i fatti è
assolutamente fuori questione. L'esistenza di un Papa femmina mina il dogma ufficiale
secondo cui solo l'uomo può essere sacerdote e affermare che non ci sia
mai
stata una Papessa diventa quindi "inevitabile".
Per
sfidare questa
falsa notizia moderna prodotta dalla Chiesa, quest'ultima sarebbe costretta
a cambiare la sua stessa politica.
Gli sviluppi demografici (la mancanza di
sacerdoti maschi, la legislazione sull'uguaglianza di genere e la sua
accettazione da parte della "base" della comunità cristiana) danno
quasi per certa, nel prossimo futuro,
l'ordinazione sacerdotale delle donne.
Tra
vent'anni anni la
seconda donna papa potrebbe essere realtà.
(English
version: Michael Habicht, The
coins of Popess)
Il
libro "Le monete della Papessa"
del prof. Michael Habicht (archeologo ed egittologo svizzero assurto
agli onori delle cronache per il suo recente e importante ritrovamento di
una moneta del secolo IX, riportante il monogramma IOHANIS abbinato
a quello dell'imperatore Ludovico II), è in via di pubblicazione - in
esclusiva in l'Italia - per i tipi di Bibliotheka edizioni,
all'interno della collana editoriale Distorica
diretta da Pietro
Ratto.
__________________________________
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