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Il Gioco dell'Oca Brani scelti
"Per
prima cosa, fammelo dire. Sono letteralmente allibito! Se sei arrivato fin qui
e proprio in questo preciso momento stai cominciando a leggere queste mie
stesse parole, significa che ho fallito; vuol dire che quel diavolo di un
ratto è riuscito di nuovo a farsi pubblicare da qualche pazzo. E questo non
va! Non va affatto bene! Di come realmente andarono le cose, in quel lontano
1415; di come quel vecchio impenitente di Hus fu turlupinato, umiliato e messo
al rogo, mai avremmo voluto che qualcuno di voi venisse a sapere, nei
dettagli. Per non parlar dei crimini di Giovanni XXIII, dell’assassinio di
Alessandro V... Abbiamo lavorato duro, per nasconderne le tracce. E cosa
credi, tu? Pensi che il nostro lavoro sia davvero così semplice?
Il tuo affezionatissimo Inquisitore".
"Il 18 maggio 1415 il Vescovo di Narni, Donadio, sostiene davanti all’Inquisitore che molti accusassero il Papa non soltanto a proposito delle monache, ma anche del peccato di sodomia con molti ragazzini, e che questo lo si dicesse comunemente a Firenze. Cinque giorni dopo tocca al Vescovo di Cefalù, Antonio Acciaiuoli - per altro poi passato nella lista degli pseudo-vescovi proprio in quanto nominato dal Pontefice incriminato - che dichiara di aver sentito da un militare napoletano di nome Nicola Macrone, che lo stesso signor papa Giovanni, mentre era legato pontificio di Bologna, avrebbe avuto un rapporto sessuale contro natura con un giovane che mirava ad una certa abbazia nel bolognese, ed egli gli avrebbe promesso di dargliela in modo che acconsentisse [...]"
"Lo
obbligarono a calcarsi sul capo una corona di carta, su cui eran stati
disegnati tre diavoli che litigavano, contendendosi un dannato. La corona
recava, beffarda, la scritta: “Hic est Heresiarcha”.
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P. Ratto, Il Gioco dell'Oca, Prospettiva editrice, 2015 Cfr. anche il video di presentazione dell'opera al Salone del Libro 2016 |